La storia bella… è che martedì prossimo sarà festa. Ma non dei defunti (che si ricordano il 2 novembre, né delle zucche di Halloween)

Cosa festeggeremo allora il primo novembre? Al di là delle origini dei riti pagani di fine ottobre, il nome Halloween oggi in voga deriva da “All Hallows’ Eve”, che vuol dire vigilia di tutti i Santi, la festa che la Chiesa colloca il primo novembre. 

Ma chi sono questi Santi? Qual è la loro importanza?

I Santi non sono solamente quelli che stanno sul calendario e sugli altari delle chiese, ma tutte quelle innumerevoli persone, che sarebbe impossibile elencare, che nella loro vita, in ogni epoca, si sono santificate, cioè hanno vissuto l’Amore, quindi hanno trovato Dio e sono già adesso con Lui, in Lui.

Questa è una buona notizia perché vuol dire una cosa ben precisa: tu non sei solo, perché tutti i Santi pregano per te… è come se tu avessi uno stadio enorme pieno di santi che fanno il tifo per te.

Idea forza

Tu non sei mai solo, tu non sei mai sola

Riflessione

Hai mai pensato a chiedere aiuto a un santo? Può essere un santo che ti sta simpatico, o quello di cui porti il nome… proponiti in questi giorni di cercare informazioni su di lui, magari di leggere la sua storia, e magari di pregarlo ogni tanto, di chiedergli aiuto quando ne hai bisogno. Non c’è niente di meglio di avere un santo per amico!

Padre Nostro…

Maria, madre della Chiesa, prega per noi.

San Giuseppe, prega per noi.

Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

La storia luminosa di oggi: la vita di Chiara Luce Badano

Può un’adolescente vivere la vita in pienezza ed essere santa? Non c’è dubbio. Lo dimostra l’esistenza di Chiara Badano!

Visse a Sassello con il padre Ruggero, camionista, e la madre Maria Teresa, casalinga. A nove anni, durante un congresso, scopre Gesù e nasce in lei il desiderio di amarLo, di “preferirlo”. Volitiva, tenace, altruista, di lineamenti fini, snella, grandi occhi limpidi, sorriso aperto, ama la neve e il mare, pratica molti sport. Ha un debole per le persone anziane che copre di attenzioni.. Dai suoi quaderni traspare la gioia e lo stupore nello scoprire la vita. Terminate le medie a Sassello si trasferisce a Savona dove frequenta il liceo classico. A sedici anni, durante una partita a tennis, avverte i primi lancinanti dolori ad una spalla della malattia che affronterà con fede e con quel sorriso che avvicinerà alcuni medici che la cureranno, prima non praticanti. Le ultime sue parole alla mamma furono: "Mamma sii felice, perché io lo sono. Ciao!". (da www.santiebeati.it

Parole chiave

Sii felice!

Dagli scritti di Chiara

Ho riscoperto il Vangelo sotto una nuova luce. Ho capito che non ero una cristiana autentica perchè non lo vivevo sino in fondo. Ora voglio fare di questo magnifico libro il mio unico scopo della vita. Non voglio e non posso rimanere analfabeta di un così straordinario messaggio. Come per me è facile imparare l’alfabeto così deve esserlo anche vivere il Vangelo. Ho riscoperto questa frase che dice: “Date e vi sarà dato”: devo imparare ad avere più fiducia in Gesù, a credere al suo immenso amore.

Padre Nostro…

Maria, Madre della Chiesa, prega per noi.

San Giuseppe, prega per noi.

Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Oggi siamo invitati a fare qualcosa per la pace!

Dal discorso di Papa Francesco

Anche oggi il pensiero va in Israele e in Palestina. Le vittime aumentano e la situazione a Gaza è disperata. Si faccia, per favore, tutto il possibile per evitare una catastrofe umanitaria!

 Inquieta il possibile allargamento del conflitto, mentre nel mondo tanti fronti bellici sono già aperti. Tacciano le armi! Si ascolti il grido di pace dei popoli, della gente, dei bambini! 

Fratelli e sorelle, la guerra non risolve alcun problema, semina solo morte e distruzione, aumenta l’odio e moltiplica la vendetta. La guerra cancella il futuro. 

Esorto i credenti a prendere in questo conflitto una sola parte: quella della pace; ma non a parole, con la preghiera, con la dedizione totale.

Parole chiave

Prendere la parte della Pace

Invito del Papa

Il Papa ci invita oggi a pregare, a vivere in penitenza, cioè un atteggiamento di cambio interiore per chiedere a Dio che cessi la violenza.

Come si fa? Semplice: puoi proporti per esempio per la giornata di oggi un atto concreto di bene, che può essere di rinuncia a qualche capriccio nostro, o ancora meglio un gesto di riconciliazione o di generosità verso una persona con cui condividi parte della giornata.

Momento di silenzio.

Padre Nostro…

Maria, Madre della Chiesa, prega per noi.

San Giuseppe, prega per noi.

Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

La storia bella di oggi… è un evento storico che ci fa riflettere

Il 28 ottobre 1965, durante il Concilio Vaticano II della Chiesa Cattolica, il papa Paolo VI promulgò il documento Nostra Aetate. È una bella notizia perché fu un documento importantissimo per incoraggiare al dialogo dei Cristiani con le altre religioni, in particolare con quella ebraica. 

Idea forza
Scopriamo volti e bellezza… dell’altro

Riflessione

In un momento di silenzio preghiamo perché ogni uomo possa avvicinarsi a Dio, e affinché l’appartenenza a religioni differenti non sia mai utilizzato come pretesto per azioni violente o ingiustizie. Preghiamo oggi in particolare per la cessazione della violenza in Terra Santa, come ha invitato a fare il Papa.

A questo proposito… Prova a farti un esame di coscienza: quanto le idee o i gusti diversi degli altri generano distanza o diffidenza nelle tue relazioni? Non vale davvero la pena perdere l’armonia per così poco! Perché non ti proponi in questi giorni di fermarti per ascoltare con più profondità e meno pregiudizi il prossimo? Scommettiamo che ne verrà fuori una bella sorpresa?

Padre Nostro… Maria, madre della Chiesa, prega per noi.

San Giuseppe, prega per noi. Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Ci prepariamo alla festa di tutti i Santi del 1° novembre ricordandone alcuni: ecco la storia di don Carlo Gnocchi

Carlo vive un’infanzia difficile: orfano di padre, volendo diventare prete, la madre con grandi sacrifici riesce a pagare i suoi studi in seminario. Nel 1925 è ordinato sacerdote.

 Don Carlo è un vero innamorato di Gesù e riversa questo amore sui ragazzi e sui poveri. Dovunque ci siano i giovani, lui c’è, mentre l’amore per i sofferenti cresce sempre più, soprattutto dopo la tragedia della campagna di Russia, dove è cappellano militare tra gli alpini. Scrive in una lettera al cugino: «Sogno dopo la guerra di potermi dedicare per sempre ad un’opera di carità… ecco la mia “carriera”».

Nel 1948 nasce la Fondazione Pro Infanzia Mutilata, grazie alla quale don Gnocchi promuove un’enorme opera per i bambini più sfortunati, mutilati dalla tragedia della guerra, ma anche orfani ed emarginati di ogni tipo.

Idea forza

Aiutare i più indifesi

Riflessione

 Don Gnocchi è un esempio bellissimo dell’amore di Gesù, che guarda con speciale tenerezza ai più piccoli.

Prova a pensare anche tu: come mi comporto con chi si trova in una situazione, momentanea o permanente, di difficoltà o di debolezza? Tendo a essere indifferente, o addirittura ad approfittarmene? Non è un comportamento alquanto meschino? Non mi chiede piuttosto il mio cuore di vivere con nobiltà d’animo e generosità? Cosa posso fare oggi per cambiare?

Momento di silenzio.

Padre Nostro…

Maria, Madre della Chiesa, prega per noi.

San Giuseppe, prega per noi.

Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Ci prepariamo alla festa di Tutti i Santi conoscendone alcuni: Sandra Sabattini

Romagnola e innamorata della presenza delle cose semplici attorno a sé, questa era Sandra. Cresciuta nella fede, aveva colpito Don Oreste Benzi come modello giovanile di eccezionale fedeltà evangelica. Viveva, meditava, scriveva e aiutava: Sandra aveva maturato un’ipotesi di vita come dono di sé, si dedicava senza risparmio agli altri – disabili, tossicodipendenti e poveri. Si era iscritta a Medicina con l’idea di andare in missione in Africa. Ha vissuto un fidanzamento casto con Guido, la loro relazione – e la stessa vita di lei – fu interrotta da un’incidente accaduto nell’aprile del 1984: travolta da un’auto Sandra morì prima di compiere 23 anni.

Testimonianza di Giuliano, un giovane la cui vita è stata cambiata dall’incontro con Sandra

Conobbi Sandra Sabattini nell’ottobre del 1981. Io ero appena uscito dal carcere in libertà provvisoria e avevo iniziato a frequentare il Centro di Accoglienza, lei prestava servizio volontario come operatrice terapeutica. Inizialmente non è stato facile rapportarmi con lei, per le mie difficoltà personali, soprattutto con le ragazze; avevo paura ed ero diffidente. Ma in breve tempo la sua semplicità ed accoglienza sgretolarono le mie resistenze. La sua capacità di ascolto e il suo modo di rapportarsi mi hanno fatto sentire a mio agio e soprattutto non giudicato. Sorrideva sempre, sapeva trasmettermi voglia di vivere e di mettermi in gioco. Ben presto mi affezionai molto a lei.

La sua gioia di vivere era molto contagiosa – continua – mi colpiva la sua capacità di farmi aprire, di aiutarmi a superare le crisi di tristezza, di avere sempre delle risposte ai miei interrogativi. L’ascoltavo molto attentamente. Soprattutto rimanevo affascinato quando mi parlava del suo rapporto con Dio: lei Lo metteva sempre al primo posto.

Padre Nostro…

Maria, Madre della Chiesa, prega per noi.

San Giuseppe, prega per noi.

Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Ci prepariamo alla festa di Tutti i Santi conoscendone alcuni: persone come noi, che hanno amato in modo straordinario!

Giovanni Paolo II è stato Papa dal 1978 al 2005. È stato uno dei pontificati più lunghi della storia, durante i quali egli ha realizzato 104 viaggi apostolici in tutto il mondo!
Uno degli eventi più memorabili dei 27 anni in cui è stato papa, è stata la visita di Giovanni Paolo II a Alì Agca, il killer di origine turca che il 13 maggio 1981 gli aveva sparato in piazza san Pietro lasciandolo in fin di vita. Giovanni Paolo II, che si salvò miracolosamente, si recò due anni dopo nel carcere di Rebibbia per dare il suo perdono ad Alì Agca.

Idea forza

È proprio di un uomo grande perdonare. È utile perdonare anche un nemico che non mostri affatto pentimento, perché non avrà comunque motivo di nuove aggressioni e anzi si vergognerà di quanto ha fatto.

(Padre Luigi Caburlotto)

Riflessione

È possibile perdonare qualcuno che ha tentato di toglierti la vita? San Giovanni Paolo II ha dimostrato che è possibile quando l’Amore di Dio, che fa trionfare la vita sulla morte, è in noi. Con Dio, tutto è possibile, anche quello che ci sembrerebbe più impossibile e assurdo.

Preghiamo oggi in particolare per le situazioni di guerra in Terra Santa e in Europa orientale, affinché il desiderio del Perdono, l’unica strada per una vera Pace, nasca nel cuore delle diverse fazioni.

Padre Nostro…

Maria, madre della Chiesa, prega per noi.

San Giuseppe, prega per noi.

Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Ci prepariamo alla festa di Tutti i Santi conoscendone alcuni: persone normali, che hanno amato in modo straordinario!

Domani la Chiesa celebrerà la festa di un uomo, che visse in pienezza la propria missione non partendo verso terre lontane, ma dando il meglio di sé nella propria città. Don Pino Puglisi era parroco in un quartiere popolare di Palermo. Come spiega papa Francesco, «don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo li sottraeva alla malavita, e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà, però, è lui che ha vinto, con Cristo Risorto».

Parola chiave
Quel sorriso…

Da un’intervista a Salvatore Grigoli, il mafioso che assassinò padre Puglisi

(Don Puglisi quel giorno) era nervoso, guardingo?

«No. Era tranquillo. Che era il giorno del suo compleanno lo scoprimmo dopo. Spatuzza (un componente del commando che lo uccise, ndr) gli tolse il borsello e gli disse: padre, questa è una rapina. Lui rispose: me l’aspettavo. Lo disse con un sorriso. Un sorriso che mi è rimasto impresso».

Il sorriso di un santo?

«Non ho esperienza di santi. Quello che posso dire è che c’era una specie di luce in quel sorriso. Un sorriso che mi aveva dato un impulso immediato. Non me lo so spiegare: io già ne avevo uccisi parecchi, però non avevo mai provato nulla del genere. Me lo ricordo sempre quel sorriso, anche se faccio fatica persino a tenermi impressi i volti, le facce dei miei parenti. Quella sera cominciai a pensarci, si era smosso qualcosa».

Due anni dopo quell’orribile delitto, Salvatore Grigoli si pentì e cominciò a collaborare con la giustizia.

 Preghiera

Beato martire Giuseppe,
sei stato, per grazia di Dio,
operaio infaticabile nella sua vigna,
testimone audace del Vangelo,
fratello e amico dei giovani,
difensore dei poveri e degli oppressi. […]

Fa che anche noi possiamo avere
il tuo impavido coraggio nel rifiutare il male
e ogni compromesso con i poteri tenebrosi
e criminali degli uomini,
per rimanere fedeli a Cristo
e così entrare nella gioia del suo Regno. Amen.

Padre nostro…

Maria, madre della Chiesa, prega per noi.

San Giuseppe, prega per noi.

Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Ci prepariamo alla festa di Tutti i Santi conoscendone alcuni: persone come noi, che hanno amato in modo straordinario!

Santi Giovanni de Brébeuf, Isacco e compagni: i Martiri canadesi

La settimana missionaria che stiamo vivendo è l’occasione perfetta per ricordare quelle persone che non tennero la propria vita per sé, ma la concepirono come un tesoro da condividere con gli altri.

Erano missionari del XVII secolo che donarono la propria vita per annunciare Gesù Cristo alle popolazioni canadesi che non lo conoscevano. 

 Leggiamo una sintesi della vita del primo tra questi missionari: San Giovanni de Brebéuf.

Nell’immenso territorio Giovanni de Brebéuf si fece notare per dedizione e coraggio. In particolare visse tre anni con la tribù degli uroni, studiandone usi e costumi e scrivendo nella loro lingua un catechismo, importante anche come unica testimonianza di una lingua presto scomparsa. Durante la guerra anglo-francese del 1627-29, padre Brébeuf fu costretto a tornare in patria, ma non appena la colonia venne restituita con un trattato di pace ai francesi ritornò tra i suoi uroni. A questo punto i suoi tenaci tentativi cominciarono a dare dei frutti significativi di conversione. La tribù degli irochesi tuttavia, nemica degli uroni e armata dagli olandesi, ruppe il trattato di pace e diede il via ad una serie di attacchi. In una spedizione del 1649, dopo aver compiuto una strage, gli irochesi presero un gran numero di prigionieri, tra i quali padre Brébeuf, torturato e messo a morte in maniera particolarmente crudele. Egli fa parte del gruppo di gesuiti conosciuti con il nome di martiri canadesi. (da www.santiebeati.it )

Parola chiave
Martirio

Riflessione

La parola martire vuol dire, dal greco, “testimone”. Sebbene di solito la usiamo per indicare chi muore per testimoniare la fede o qualche altro valore fondamentale, se riflettiamo un pochino, ci accorgeremo che anche noi siamo chiamati ad essere martiri... Infatti, anche se probabilmente non ci sarà chiesto il sangue, ogni giorno siamo chiamati a dare la vita per quello in cui crediamo! È questa la nostra missione!

E allora, in un momento di silenzio, puoi chiederti: ma io ho qualcosa per cui dare la vita? Puoi stare sicuro che se custodirai nel cuore quel Qualcosa, ogni tua giornata sarà vissuta con una motivazione nuova!

Padre Nostro…

Maria, madre della Chiesa, prega per noi.

San Giuseppe, prega per noi.

Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

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