Oggi la Chiesa celebra la festa di un uomo, che visse in pienezza la propria missione non partendo verso terre lontane, ma dando il meglio di sé nella propria città. Don Pino Puglisi era parroco in un quartiere popolare di Palermo. Come spiega papa Francesco, «don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi
secondo il Vangelo li sottraeva alla malavita, e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà, però, è lui che ha vinto, con Cristo Risorto».
Quel sorriso…
(Don Puglisi quel giorno) era nervoso, guardingo?
«No. Era tranquillo. Che era il giorno del suo compleanno lo scoprimmo dopo. Spatuzza (un
componente del commando che lo uccise, ndr) gli tolse il borsello e gli disse: padre, questa è una rapina. Lui rispose: me l’aspettavo. Lo disse con un sorriso. Un sorriso che mi è rimasto impresso».
Il sorriso di un santo?
«Non ho esperienza di santi. Quello che posso dire è che c’era una specie di luce in quel sorriso. Un sorriso che mi aveva dato un impulso immediato. Non me lo so spiegare: io già ne avevo uccisi parecchi, però non avevo mai provato nulla del genere. Me lo ricordo sempre quel sorriso, anche se faccio fatica persino a tenermi impressi i volti, le facce dei miei parenti. Quella sera cominciai a pensarci, si era smosso qualcosa».
Due anni dopo quell’orribile delitto, Salvatore Grigoli si pentì e cominciò a collaborare con la giustizia.
Beato martire Giuseppe,
sei stato, per grazia di Dio,
operaio infaticabile nella sua vigna,
testimone audace del Vangelo,
fratello e amico dei giovani,
difensore dei poveri e degli oppressi. […]
Fa che anche noi possiamo avere
il tuo impavido coraggio nel rifiutare il male
e ogni compromesso con i poteri tenebrosi
e criminali degli uomini,
per rimanere fedeli a Cristo
e così entrare nella gioia del suo Regno. Amen.
Padre nostro…
Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.