Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse una parabola […] «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d'oro, dicendo: "Fatele fruttare fino al mio ritorno". […] Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate dieci". Gli disse: "Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città". Poi si presentò il secondo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate cinque". Anche a questo disse: "Tu pure sarai a capo di cinque città".
Venne poi anche un altro e disse: "Signore, ecco la tua moneta d'oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato". Gli rispose: "[…] Perché non hai almeno consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi". Disse
poi ai presenti: "Toglietegli la moneta d'oro e datela a colui che ne ha dieci".

Idea forza

Ogni regalo ricevuto è un invito a donarsi

Riflessione

Quante benedizioni, opportunità e regali riceviamo per amore di chi ci sta accanto! Ora, ogni dono, ogni talento che abbiamo racchiude in sé la missione di farlo fruttare per il bene del prossimo. Se ci pensi, già solo condividere una gioia con le persone a cui vuoi bene può innescare un cambiamento qualitativo nella vita quotidiana di ognuno. In un momento di silenzio, proviamo a renderci conto almeno di tre di queste realtà positive che abbiamo ricevuto nella nostra vita, o in questi giorni… gioiamo in cuor nostro di questo bene, proviamo a vivere la gratitudine con chi ce l’ha dato, e anche con Dio, se abbiamo la grazia della Fede in Lui… riconoscersi beneficiari di un regalo che in fondo non abbiamo meritato, riempie il cuore del desiderio libero di amare con uguale generosità disinteressata!

Padre Nostro
Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Alla fine del 1939 le autorità naziste in Cecoslovacchia (chiamata al tempo Protettorato di Boemia e Moravia) sedarono una manifestazione a Praga, tenuta da studenti della facoltà di medicina dell'Università Carolina il 28 ottobre, anniversario dell'indipendenza della Repubblica Cecoslovacca.
Lo studente Jan Opletal fu colpito da un'arma da fuoco durante la manifestazione e morì per la ferita l'11 novembre. Il 15 novembre il suo corpo sarebbe dovuto essere trasportato da Praga a casa sua in Moravia. Il suo corteo funebre era composto da migliaia di studenti, che trasformarono l'evento in una manifestazione anti-nazista. Questo portò le autorità naziste a prendere contromisure drastiche: tutti gli istituti di istruzione superiore furono chiusi, 1200 studenti furono arrestati e deportati in campi di concentramento e il 17 novembre nove fra studenti e professori furono giustiziati senza processo. (da Wikipedia).

Idea forza

L’importanza del diritto all’istruzione

Riflessione

«L’educazione» come ricorda papa Francesco «è una delle vie più efficaci per umanizzare il mondo e la storia». I giovani sono «i veri artefici del futuro», per questo il diritto di istruirsi dando il meglio di se stessi coincide con la chiamata «a diventare protagonisti di un mondo più giusto e fraterno, più accogliente e solidale, dove la pace possa trionfare nel rifiuto di ogni forma di violenza». Prendiamo esempio da quei giovani che, a partire da una dimensione di studio, difesero e promossero con la propria vita la verità e la libertà. In un momento di silenzio, riflettiamo sull’opportunità che ci è data di formarci e di imparare in una comunità scolastica come la nostra. Nella preghiera, puoi anche ringraziare di questa opportunità il Signore, ricordando che essa per molte persone nel mondo non è accessibile.

Padre Nostro
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San Giuseppe, prega per noi.
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La ricorrenza di oggi è stata indetta nel 1995 dall’ONU su iniziativa dell’UNESCO, i cui stati membri adottarono la “Dichiarazione dei Principi sulla Tolleranza”.

Idea forza

Tolleranza non è disinteresse

Riflessione

“No man is an island”, scriveva un grande poeta inglese. Siamo legati tutti gli uni agli altri da un vincolo profondo. Se non riconosciamo questo, se iniziamo ad agire come particelle indipendenti, non raggiungeremo insieme quel bene comune a cui aneliamo, come scuola e come società. Per questo, il valore della tolleranza non può essere confuso con il “menefreghismo”, il disinteresse verso il prossimo: tutt’altro! Tollerare davvero è invece riconoscere chi mi sta accanto come un bene assoluto per la sua dignità di persona umana, di figlio di Dio, al di là di ogni suo errore. E se vedo in lui o in lei delle imperfezioni (tutti ne abbiamo), non voltiamoci dall’altra parte con la scusa che siamo tolleranti… Approfittiamo piuttosto della stupenda possibilità di un «vero riconoscimento dell’altro, che solo l’amore rende possibile e che significa mettersi al posto dell’altro per scoprire che cosa c’è di autentico, o almeno di comprensibile, tra le sue motivazioni e i suoi interessi» (papa Francesco). Prova a fare un piccolo esame di coscienza su questo punto… e buona fortuna!

Padre Nostro
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La gentilezza non si può ridurre ai modi esteriori, ma va ricondotta alla sua origine profonda, a quello che manifesta del cuore. Per farlo, ci aiuta una riflessione di papa Francesco sulle negazioni della gentilezza, e sulle opportunità che racchiude questo atteggiamento, contenuta nella sua Enciclica “Fratelli tutti”. La gentilezza diventa allora la capacità di non centrarsi su se stessi, ma di vivere in sintonia con chi vive a fianco a noi, del povero che ha bisogno del nostro aiuto.

Parola chiave

Gentilezza

Riflessione da cui attingere liberamente

Recuperare la gentilezza

L’individualismo consumista provoca molti soprusi. Gli altri diventano meri ostacoli alla propria piacevole tranquillità. Dunque si finisce per trattarli come fastidi e l’aggressività aumenta. Ciò si accentua e arriva a livelli esasperanti nei periodi di crisi, in situazioni catastrofiche, in momenti difficili, quando emerge lo spirito del “si salvi chi può”. Tuttavia, è ancora possibile scegliere di esercitare la gentilezza. Ci sono persone che lo fanno e diventano stelle in mezzo all’oscurità. […] La persona che possiede questa qualità aiuta gli altri affinché la loro esistenza sia più sopportabile, soprattutto quando portano il peso dei loro problemi, delle urgenze e delle
angosce. È un modo di trattare gli altri che si manifesta in diverse forme: come gentilezza nel tratto, come attenzione a non ferire con le parole o i gesti, come tentativo di alleviare il peso degli altri. Comprende il «dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano», invece di «parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano». […] Oggi raramente si trovano tempo ed energie disponibili per soffermarsi a trattare bene gli altri, a dire “permesso”, “scusa”, “grazie”. Eppure ogni tanto si presenta il miracolo di una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza. Questo sforzo, vissuto ogni giorno, è capace di creare quella convivenza sana che vince le incomprensioni e previene i conflitti. La pratica della
gentilezza non è un particolare secondario né un atteggiamento superficiale o borghese. Dal momento che presuppone stima e rispetto, quando si fa cultura in una società trasforma profondamente lo stile di vita, i rapporti sociali, il modo di dibattere e di confrontare le idee. Facilita la ricerca di consensi e apre strade là dove l’esasperazione distrugge tutti i ponti.

Padre Nostro
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Oggi si ricorda l’attentato di Nassiryah, in Afghanistan, nel quale 17 anni fa persero la vita anche 19 italiani: 12 Carabinieri, 5 militari dell’Esercito, un regista e un responsabile della cooperazione del Ministero degli Affari Esteri. Anche se è un triste anniversario, è l’occasione per ricordare qualcosa di bello e di cui essere anche orgogliosi: gli sforzi di tanti connazionali, militari e civili, che lavorano in missioni in diverse parti del Mondo, spesso pericolose e lontano dai loro affetti, per mantenere la Pace.

Idea forza

Mantenere e promuovere la Pace

Riflessione

Per lottare contro il sopruso, la violenza, l’ingiustizia e tutte quelle realtà che il tuo cuore non sopporta, la prima linea su cui combattere è la tua vita concreta. Non si tratta solo di rifiutare la violenza e la prepotenza. La Pace si costruisce attivamente: autenticità, lealtà, onestà. Questi sono i valori di chi vuole andare controcorrente, queste sono solo alcune delle armi più efficaci per cambiare il mondo, partendo dalla quotidianità.

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È uno dei fondatori del monachesimo in Occidente e uno dei primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa. Ma ciò che ha reso famoso San Martino di Tours, in Francia, è l'episodio del mantello. Deriva da questo l’espressione “estate di San Martino” perché secondo la tradizione, appunto, il Santo nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo durante un acquazzone, gli donò metà del suo mantello; poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l'altra metà del mantello: subito dopo, il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite. L’Estate di san Martino indica un eventuale periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano
condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Nell'emisfero australe il fenomeno si osserva in tardo aprile - inizio maggio, mentre nell'emisfero boreale a inizio novembre.

Parole chiave

Dare il tuo mantello

Riflessione

Facile essere generosi quando le cose ti avanzano… più difficile, quando hai la fondata paura di rimanere privo di quanto hai regalato. San Martino ci sprona con il suo esempio a non aver paura di amare fidandoci di Dio, che non ci lascia mai soli ed è la nostra vera unica sicurezza, l’unica che non ci tradisce mai. Perché non ti proponi, per iniziare, di essere generoso aiutando qualcuno a cui tieni, che ti sta simpatico? Proponitelo, in un momento di silenzio.

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L’umanità è entrata in una nuova era in cui la potenza della tecnologia ci pone di fronte ad un bivio. Siamo gli eredi di due secoli di enormi ondate di cambiamento: la macchina a vapore, la ferrovia, il telegrafo, l’elettricità, l’automobile, l’aereo, le industrie chimiche, la medicina moderna, l’informatica e, più recentemente, la rivoluzione digitale, la robotica, le biotecnologie e le nanotecnologie. È giusto rallegrarsi per questi progressi ed entusiasmarsi di fronte alle ampie possibilità che ci aprono queste continue novità, perché «la scienza e la tecnologia sono un prodotto meraviglioso della creatività umana che è un dono di Dio».

Papa Francesco, Laudato si

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Un potere da usare responsabilmente, cercando la bellezza

Riflessione di papa Francesco

Non possiamo ignorare che l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscenza del nostro stesso DNA e altre potenzialità che abbiamo acquisito ci offrono un tremendo potere. Mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo. Basta ricordare le bombe atomiche lanciate in pieno XX secolo, come il grande spiegamento di tecnologia ostentato dal nazismo, dal comunismo e da altri regimi totalitari al servizio dello sterminio di milioni di persone, senza dimenticare che oggi la guerra dispone di strumenti sempre più micidiali. In quali mani sta e in quali può giungere tanto potere? È terribilmente rischioso che esso risieda in una piccola parte dell’umanità. La tecnoscienza, ben orientata, è in grado non solo di produrre cose realmente preziose per migliorare la qualità della vita dell’essere umano, a partire dagli oggetti di uso domestico fino ai grandi mezzi di trasporto, ai ponti, agli edifici, agli spazi pubblici. È anche capace di produrre il bello e di far compiere all’essere umano, immerso nel mondo materiale, il “salto” nell’ambito della bellezza. Si può negare la bellezza di un aereo, o di alcuni grattacieli? Vi sono preziose
opere pittoriche e musicali ottenute mediante il ricorso ai nuovi strumenti tecnici. In tal modo, nel desiderio di bellezza dell’artefice e in chi quella bellezza contempla si compie il salto verso una certa pienezza propriamente umana.

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Un po’ di storia…
Quando l’imperatore romano Costantino si convertì alla religione cristiana, verso il 312, donò al papa Milziade il palazzo del Laterano, che egli aveva fatto costruire sul Celio per sua moglie Fausta. Verso il 320, vi aggiunse una chiesa, la chiesa del Laterano, la prima, per data e per dignità, di tutte le chiese d’Occidente. Essa è ritenuta madre di tutte le chiese dell’Urbe e
dell’Orbe. Consacrata dal papa Silvestro il 9 novembre 324, col nome di basilica del Santo Salvatore, essa fu la prima chiesa in assoluto ad essere pubblicamente consacrata. Nel corso del XII secolo, per via del suo battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a san Giovanni Battista; donde la sua corrente denominazione di basilica di San Giovanni in Laterano. Per più di dieci secoli, i papi ebbero la loro residenza nelle sue vicinanze e fra le sue mura si tennero duecentocinquanta concili, di cui cinque ecumenici. Semidistrutta dagli incendi, dalle guerre e dall’abbandono, venne ricostruita sotto il pontificato di Benedetto XIII e venne di nuovo consacrata nel 1726.

(da www.lachiesa.it)

Idea forza

La Chiesa, nostra madre

Riflessione

La chiesa di san Giovanni è “Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum mater et caput”, come dice la scritta incisa alla sua entrata. Come romani, dobbiamo essere coscienti del dono e della responsabilità di averla come cattedrale: essa infatti ricorda il valore della libertà di culto, che non esisteva fino a pochi anni prima della sua edificazione, quando la fede cristiana poteva
facilmente condurre al martirio. La nostra fede è un dono, è vita nella comunione con Dio e con i fratelli. Questa vita spirituale, come la vita biologica dalla nostra mamma, ci è stata data nel Battesimo dalla Chiesa, che per questo è madre. Pensiamo quindi oggi alla nostra città di Roma, affinché possiamo contribuire a edificarla e a rispettarla. Puoi pregare, in un momento di silenzio, per la Chiesa di Roma e per il Papa, suo Vescovo…

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«D’altra parte, nessuna persona può maturare in una felice sobrietà se non è in pace con sé stessa. […] La pace è molto più dell’assenza di guerra. La pace interiore delle persone è molto legata alla cura dell’ecologia e al bene comune, perché, autenticamente vissuta, si riflette in uno stile di vita equilibrato unito a una capacità di stupore che conduce alla profondità
della vita. La natura è piena di parole d’amore, ma come potremo ascoltarle
in mezzo al rumore costante, alla distrazione permanente e ansiosa, o al
culto dell’apparire? Molte persone sperimentano un profondo squilibrio
che le spinge a fare le cose a tutta velocità per sentirsi occupate, in una fretta costante che a sua volta le porta a travolgere tutto ciò che hanno
intorno a sé. Questo incide sul modo in cui si tratta l’ambiente. Un’ecologia integrale richiede di dedicare un po’ di tempo per recuperare la serena armonia con il creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri
ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi e in ciò che ci circonda, e la cui presenza «non deve essere costruita, ma scoperta e svelata».

(Papa Francesco, Laudato si)

Idea forza

Fermarsi per contemplare

Riflessione

È facile attribuire solo agli altri la colpa degli sconvolgimenti che vediamo nella società e nell’ambiente. Ma se davvero vogliamo il cambiamento, esso parte dai nostri più piccoli gesti quotidiani. Se non ci fermiamo un attimo per contemplare il mistero profondo di noi stessi, del prossimo, del creato, e se abbiamo il dono della Fede, della presenza di Dio, dove attingeremo quella Pace autentica, di cui il mondo ha sempre più bisogno? Chiediamo questo dono, in un momento di silenzio.

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Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

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