Oggi leggiamo “Fratelli tutti”: papa Francesco ci interpella spronandoci a camminare sul sentiero del Bene comune!

65. Aggrediscono una persona per la strada, e molti scappano come se non avessero visto nulla. Spesso ci sono persone che investono qualcuno con la loro automobile e fuggono. Pensano solo a non avere problemi, non importa se un essere umano muore per colpa loro. Questi però sono segni di uno stile di vita generalizzato, che si manifesta in vari modi, forse più
sottili. Inoltre, poiché tutti siamo molto concentrati sulle nostre necessità, vedere qualcuno che soffre ci dà fastidio, ci disturba, perché non vogliamo perdere tempo per colpa dei problemi altrui. Questi sono sintomi di una società malata, perché mira a costruirsi voltando le spalle al dolore.

Come rispondere?

66. Meglio non cadere in questa miseria. Guardiamo il modello del buon samaritano. È un testo che ci invita a far risorgere la nostra vocazione di cittadini del nostro Paese e del mondo intero, costruttori di un nuovo legame sociale. È un richiamo sempre nuovo, benché sia scritto come legge fondamentale del nostro essere: che la società si incammini verso il
perseguimento del bene comune e, a partire da questa finalità, ricostruisca sempre nuovamente il suo ordine politico e sociale, il suo tessuto di relazioni, il suo progetto umano. Coi suoi gesti il buon samaritano ha mostrato che «l’esistenza di ciascuno di noi è legata a quella degli altri: la vita non è tempo che passa, ma tempo di incontro».

Padre Nostro
Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Giovanni Paolo II è stato Papa dal 1978 al 2005. È stato uno dei pontificati più lunghi della storia, durante i quali egli ha realizzato 104 viaggi apostolici in tutto il mondo! Uno degli eventi più memorabili dei 27 anni in cui è stato papa, è stata la visita di Giovanni Paolo II a Alì Agca, il killer di origine turca che il 13 maggio 1981 gli aveva sparato in piazza san Pietro lasciandolo in fin di vita. Giovanni Paolo II, che si salvò miracolosamente, si recò due anni dopo nel carcere di Rebibbia per dare il suo perdono ad Alì Agca.

Idea forza

È proprio di un uomo grande perdonare. È utile perdonare anche un nemico che non mostri affatto pentimento, perché non avrà comunque motivo di nuove aggressioni e anzi si vergognerà di quanto ha fatto.
(Padre Luigi Caburlotto)

Riflessione

È possibile perdonare qualcuno che ha tentato di toglierti la vita? San Giovanni Paolo II ha dimostrato che è possibile quando l’Amore di Dio, che fa trionfare la vita sulla morte, è in noi. Con Dio, tutto è possibile, anche quello che ci sembrerebbe più difficile, se non assurdo!

Padre Nostro…
Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Oggi la Chiesa celebra la festa di un uomo, che visse in pienezza la propria missione non partendo verso terre lontane, ma dando il meglio di sé nella propria città. Don Pino Puglisi era parroco in un quartiere popolare di Palermo. Come spiega papa Francesco, «don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi
secondo il Vangelo li sottraeva alla malavita, e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà, però, è lui che ha vinto, con Cristo Risorto».

Parola chiave

Quel sorriso…

Da un’intervista a Salvatore Grigoli, il mafioso che assassinò padre Puglisi

(Don Puglisi quel giorno) era nervoso, guardingo?
«No. Era tranquillo. Che era il giorno del suo compleanno lo scoprimmo dopo. Spatuzza (un
componente del commando che lo uccise, ndr) gli tolse il borsello e gli disse: padre, questa è una rapina. Lui rispose: me l’aspettavo. Lo disse con un sorriso. Un sorriso che mi è rimasto impresso».

Il sorriso di un santo?
«Non ho esperienza di santi. Quello che posso dire è che c’era una specie di luce in quel sorriso. Un sorriso che mi aveva dato un impulso immediato. Non me lo so spiegare: io già ne avevo uccisi parecchi, però non avevo mai provato nulla del genere. Me lo ricordo sempre quel sorriso, anche se faccio fatica persino a tenermi impressi i volti, le facce dei miei parenti. Quella sera cominciai a pensarci, si era smosso qualcosa».

Due anni dopo quell’orribile delitto, Salvatore Grigoli si pentì e cominciò a collaborare con la giustizia.

Preghiera

Beato martire Giuseppe,
sei stato, per grazia di Dio,
operaio infaticabile nella sua vigna,
testimone audace del Vangelo,
fratello e amico dei giovani,
difensore dei poveri e degli oppressi. […]
Fa che anche noi possiamo avere
il tuo impavido coraggio nel rifiutare il male
e ogni compromesso con i poteri tenebrosi
e criminali degli uomini,
per rimanere fedeli a Cristo
e così entrare nella gioia del suo Regno. Amen.

Padre nostro
Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Oggi ci mettiamo in ascolto di san Paolo Apostolo

Dalla lettera agli Efesini
Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne.

Parola chiave

Vicinanza

Riflessione

Da qualche tempo abbiamo dovuto imparare a osservare il distanziamento come misura di sicurezza. E probabilmente, in momenti di isolamento, abbiamo compreso quanto sia enormemente importante la comunione e il contatto umano con l’altro, con le persone che amiamo ma anche con quelle che semplicemente siamo abituati a frequentare. Forse anche per questo papa Francesco ha scritto pochi giorni fa una lettera enciclica intitolata
Fratelli tutti”: in una «cultura (che) unifica il mondo ma divide le persone e le nazioni, perché la società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli», siamo invitati oggi da san Paolo a riscoprire il valore straordinario della Riconciliazione operata dall’amore di Cristo: in Lui vediamo l’amore di Dio Padre, che mi rende fratello di ogni essere umano, di qualsiasi cultura o religione.

Per questo, siamo tutti fratelli e possiamo pregare:
Padre Nostro…
Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Dopo la settimana missionaria che abbiamo vissuto, oggi ricordiamo degli uomini che non tennero la propria vita per sé, ma la concepirono come un tesoro da condividere con gli altri. Erano missionari del XVII secolo che donarono la propria vita per annunciare Gesù Cristo alle popolazioni canadesi che non lo conoscevano.

Leggiamo una sintesi della vita del primo tra questi missionari: San Giovanni de Brebéuf

Nell’immenso territorio Giovanni de Brebéuf si fece notare per dedizione e coraggio. In particolare visse tre anni con la tribù degli uroni, studiandone usi e costumi e scrivendo nella loro lingua un catechismo, importante anche come unica testimonianza di una lingua presto scomparsa. Durante la guerra anglo-francese del 1627-29, padre Brébeuf fu costretto a tornare
in patria, ma non appena la colonia venne restituita con un trattato di pace ai francesi ritornò tra i suoi uroni. A questo punto i suoi tenaci tentativi cominciarono a dare dei frutti significativi di conversione. La tribù degli irochesi tuttavia, nemica degli uroni e armata dagli olandesi, ruppe il trattato di pace e diede il via ad una serie di attacchi. In una spedizione del 1649, dopo aver compiuto una strage, gli irochesi presero un gran numero di prigionieri, tra i quali padre Brébeuf, torturato e messo a morte in maniera particolarmente crudele. Egli fa parte del gruppo di gesuiti conosciuti con il nome di martiri canadesi. (da www.santiebeati.it).

Parola chiave

Martirio

Riflessione

La parola martire vuol dire, dal greco, “testimone”. Sebbene di solito la usiamo per indicare chi muore per testimoniare la fede o qualche altro valore fondamentale, se riflettiamo un pochino, ci accorgeremo che anche noi siamo chiamati ad essere martiri… Infatti, anche se probabilmente non ci sarà chiesto il sangue, ogni giorno siamo chiamati a dare la vita per quello in cui crediamo! È questa la nostra missione! E allora, in un momento di silenzio, puoi chiederti: ma io ho qualcosa per cui dare la vita?
Puoi stare sicuro che se custodirai nel cuore quel Qualcosa, ogni tua giornata sarà vissuta con una motivazione nuova!

Padre Nostro
Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Il 16 ottobre 1978 veniva eletto Papa un uomo venuto da molto lontano. Si chiamava Karol Wojtyla, veniva da Cracovia (Polonia) e passerà alla storia come Giovanni Paolo II. Nella sua prima omelia in piazza san Pietro, si rivolse a tutta l’umanità con delle parole piene di speranza (si può leggere o vedere almeno i primi due minuti del video).

Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa c’è dentro il cuore dell’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto sul senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna".

Parole chiave

Non abbiate paura!

Riflessione

A volte possiamo aver paura delle difficoltà e delle difficoltà. A volte possiamo aver paura di qualche situazione legata a qualche persona. A volte possiamo aver paura dei nostri limiti. A volte possiamo aver paura addirittura di noi stessi! Ma Gesù sa cosa c’è davvero nel nostro cuore. Lui ci conosce con amore e vuole il nostro bene: non vuole che rimaniamo schiavi della paura. Aprirgli con fiducia le porte del nostro cuore è la chiave per camminare nella Libertà. In un momento di silenzio, chiediamogli aiuto per quelle situazioni difficili in cui ci sentiamo soli e bisognosi del suo aiuto di amico.

Padre Nostro
Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

La santa di oggi ci rivela il segreto della preghiera…

Santa Teresa d’Avila, nata e vissuta in Spagna nel XVI secolo, è uno dei protagonisti più belli della Riforma Cattolica. Rinnovò la vita religiosa all’interno dell’Ordine del Carmelo. È tra i maestri di vita spirituale e di preghiera più illuminanti di tutti i tempi, avendo sperimentato le vette più alte della contemplazione e della vita mistica, cioè del rapporto vivo con Dio.

Idea forza

L'orazione, a mio parere, non è altro che un intimo rapporto di amicizia, nel quale ci si trattiene spesso da solo a solo con quel Dio da cui ci si sa amati (Santa Teresa d’Avila)

Riflessione

Santa Teresa scrisse varie opere sulla preghiera: il suo capolavoro è sicuramente “Il Castello interiore”, in cui descrive la vita interiore come un entrare nelle stanze di un castello (che è l’anima di ognuno di noi), nella cui camera più intima il Re, Dio, ci attende con amore. A volte pensiamo alla preghiera come qualcosa di più o meno noioso, fatto di formule e di strani riti. Ma la preghiera è prima di tutto una relazione di amicizia con una Persona che ci ama infinitamente. In un momento di silenzio chiediamo a Gesù aiuto per imparare a entrare in questa meravigliosa esperienza.

Padre Nostro
Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

La storia bella di oggi… è un evento storico

Il 14 ottobre del 1964 Martin Luther King riceveva il Premio Nobel per la Pace. Leggiamo una parte di un suo famoso discorso: «Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi!. Io ho un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. È questa la nostra
speranza. […] Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza».

Parole chiave

I have a dream

Riflessione

Le difficoltà e le ingiustizie che ravvisiamo nella società non devono chiuderci nella rassegnazione. Esse possono al contrario rappresentare un richiamo a impegnarci per trovare la strada su cui investire la nostra esistenza, per rendere questo mondo più giusto, più fraterno, più umano. L’esempio di tante persone che hanno dato il loro contributo ci sostiene nella ricerca della nostra missione nella società. Chiediamo a Dio la forza per avere questa speranza, iniziando dai gesti concreti di ogni giorno.

Padre Nostro
Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

Oggi è la giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali

Leggiamo due paragrafi della Enciclica Laudato si di papa Francesco. Nel primo leggiamo un’analisi del problema, quanto mai attuale in questi mesi. Nel secondo, il motivo di speranza che deve sostenerci…

  1. La situazione attuale del mondo «provoca un senso di precarietà e di insicurezza, che a sua volta favorisce forme di egoismo collettivo». Quando le persone diventano autoreferenziali e si isolano nella loro coscienza, accrescono la propria avidità. Più il cuore della persona è vuoto, più ha bisogno di oggetti da comprare, possedere e consumare. In tale contesto non sembra possibile che qualcuno accetti che la realtà gli ponga un limite. In questo orizzonte non esiste nemmeno un vero bene
    comune. Se tale è il tipo di soggetto che tende a predominare in una società, le norme saranno rispettate solo nella misura in cui non contraddicano le proprie necessità. Perciò non pensiamo solo alla possibilità di terribili fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma anche a catastrofi derivate da crisi sociali, perché l’ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono
    sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca.
  1. Eppure, non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. Sono capaci di guardare a sé stessi con onestà, di far emergere il proprio disgusto e di intraprendere nuove strade verso la vera libertà. Non esistono sistemi che annullino completamente l’apertura al bene, alla verità e alla bellezza, né la capacità di reagire, che Dio continua ad incoraggiare dal profondo dei nostri cuori. Ad ogni persona di questo mondo chiedo di non dimenticare questa sua dignità che nessuno ha diritto di toglierle.

Idea forza

Con Dio, niente è mai perduto!

Momento di silenzio

Padre Nostro
Maria, madre della Chiesa, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Beato Luigi Caburlotto, prega per noi.

© Sangiuseppecab.it - Tutti i diritti riservati
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram